Maurizio Baratello
E IL SUPERBONUS DIVENTA UN UFO
All’incontro di Palazzo Chigi di domani lunedì 20 febbraio alle ore 17:30 sarà presente oltre all’Abi anche Sace e Cassa Depositi e Prestiti che potrebbero essere la soluzione ideale all’incaglio generale dei crediti fiscali.
Ricordo che è stato il governo delle larghe intese, il Conte II (l’approvazione è stata annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 13 maggio 2020 insieme ai ministri dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, della Salute Roberto Speranza, dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e delle Politiche agricole Teresa Bellanova), ad assumere il D.L. 34/2020 meglio conosciuto come decreto Rilancio che recepiva il Superbonus quale agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 mettendo disposizione 55 miliardi mediante detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Si evidenzia che il Superbonus del 110% è stato approvato in aggiunta alle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus) e per quelli di recupero del patrimonio edilizio, inclusi quelli antisismici (sismabonus), attualmente disciplinate, rispettivamente, dagli articoli 14 e 16 del decreto legge n. 63/2013.
La legge di bilancio 2022 ha prorogato l’agevolazione del Superbonus, prevedendo scadenze diverse in funzione dei soggetti che sostengono le spese ammesse.
In particolare spetta:
fino al 31 dicembre 2025, nelle seguenti misure
110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023
70% per le spese sostenute nel 2024
65% per le spese sostenute nel 2025
per i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte e professione, per gli interventi su edifici composti da due a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche.
Sono compresi gli interventi effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, nonché quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione.
La detrazione va ripartita in quattro quote annuali di pari importo.
Stessa data di scadenza anche per gli interventi effettuati dalle Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale), dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale iscritte negli appositi registri.
fino al 31 dicembre 2022 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati da persone fisiche sugli edifici unifamiliari, a condizione che al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo
fino al 31 dicembre 2023 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati dagli Iacp (ed enti con le stesse finalità sociali) su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica, a condizione che al 30 giugno 2023 siano stati eseguiti lavori per almeno il 60% dell'intervento complessivo. Stessa scadenza anche per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi su immobili assegnati in godimento ai propri soci.
In alternativa alla detrazione, si può beneficiare del Superbonus mediante una delle modalità previste dall’articolo 121 del decreto legge n. 34/2020. In pratica, è possibile optare per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Tale scelta dovrà essere comunicata all’Agenzia delle entrate, utilizzando il modello allegato al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 3 febbraio 2022.
La Legge di bilancio 2023 del governo Meloni, nell’ambito delle numerose disposizioni di natura fiscale in essa contenute, interviene anche in materia di c.d. superbonus.
In particolare, il comma 894 dell’articolo 1 della legge di bilancio (L. 197/2022) individua espressamente alcune ipotesi in relazione alle quali non trova applicazione la diminuzione della detrazione dal 110% al 90% prevista, a partire dal 2023, dal D.L. 176/2022 (c.d. decreto Aiuti quater).
Il Superbonus, vale a dire la detrazione del 110% delle spese sostenute per specifici interventi di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, è stato introdotto nel nostro ordinamento dall’articolo 119 D.L. 34/2020 (c.d. decreto Rilancio, convertito con modificazioni dalla L. 77/2020) e l’art. 121 dello stesso decreto disciplina le cessioni dei crediti fiscali inerenti e conseguenti alla sua applicazione.
L’agevolazione consiste in una detrazione del 110% dall’imposta lorda (da ripartire dagli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta dal 1° gennaio 2022) ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti o interventi antisismici.
In particolare, il Superbonus spetta, a determinate condizioni, per le spese sostenute per interventi effettuati su parti comuni di edifici, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno, site all’interno di edifici plurifamiliari, nonché sulle singole unità immobiliari.
Dopo questa disamina arriva il D.L. 11/2023 dell’altra sera a scompaginare la situazione creando non pochi problemi alle imprese e famiglie italiane.
Dovrà essere, ancora una volta, la Commissione Ue dare il via libera ad un accordo più generale che preveda la cessioni di tutti i crediti fiscali, incagliati o meno, a Sace e/o alla Cassa Depositi e Prestiti per garantire nuovo liquidità a imprese e famiglie che altrimenti finirebbero in un dramma finanziario senza precedenti.
E’ normale che prima delle Legge di Stabilità 2023 il governo Meloni non abbia effettuato delle valutazioni di merito e presentare alla Commissione Ue un bilancio con interventi decisi prima della sua entrata in vigore o meglio ancora, prima di avviare l’iter parlamentare?
Le improvvisazioni in questo contesto non servono a nulla se non peggiorare la situazione finanziaria di un Paese già provato da un forte debito pubblico di 2.771 miliardi nel 2022, da un Pil di 1.882 miliardi e da un rapporto debito pubblico/Pil del 146%.
Gli errori sono stati commessi ab orgine del decreto rilancio e ricordo che sul quale hanno messo le mani oltre al governo Conte II, il Governo Draghi ed ora il governo Meloni. La politica dello scarica barile giova poco.
Ora si tratta di rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione definitiva senza tentennamenti per superare una situazione di stallo e di non scelte che da mesi affliggendo il sistema Italia sapendo fin d’ora che tutta la politica dei bonus in generale è stata ed è un errore materiale mantenerla perché essere concepita come politica di lavori pubblici di tipo keynesiano.
Le parti tutte devono riconoscere che siamo all’ultima spiaggia per arrivare a definire e applicare la riforma fiscale tanto decantata ma da sempre rinviata.
Il prossimo articolo lo dedicherò al federalismo fiscale e al nuovo concetto di autonomia locale.
Venezia, 19 febbraio 2023